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Metaverso: quando il reale incontra il virtuale
A cura di Federico Chiusa
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A cura di Federico Chiusa
La trasformazione digitale sta entrando sempre più nella vita di tutti i giorni; la vita lavorativa, sociale ed educativa sta scoprendo nuove frontiere di sviluppo in ambienti virtuali. Le aziende potranno entrare in nuovi mercati paralleli con una marginalità ed un impatto sul brand potenzialmente importante, le persone potranno vivere una vita ibrida tra fisico e non fisico. Benvenuti nel metaverso.
Il metaverso oramai è una realtà che da stime Bloomberg, anche se difficili da fare, nel giro di due o tre anni potrà raggiungere un valore di 800 miliardi di dollari; cambierà radicalmente la nostra vita, sia privata attraverso “luoghi” che faciliteranno l’interazione sociale virtuale che soluzioni che supporteranno le aziende nel ridefinire il day by day quotidiano con nuovi scenari di supporto alle strategie di business.
In un time to market di poco più di 5 anni si presenteranno degli scenari molto diversi ed articolati con un livello di disruption con un trend crescente: passeremo attraverso tecnologie iniziali sviluppate per un target giovanile su piattaforme di gioco in realtà virtuale ed aumentata, per passare nel breve periodo a piattaforme destinate alla socialità e supporto alla vita lavorativa fino ad arrivare nel medio/lungo periodo a esperienze di vita e luoghi in realtà estesa.
Nel metaverso le experience verranno stravolte, ad esempio nel mondo business il contatto o la gestione del cliente potrà essere fatto su piattaforme presenti in rete, alcuni touch point ad oggi fondamentali nei processi di informazione o acquisto verranno ridisegnati o in qualche modo ricreati nel contesto virtuale dove si potrà gestire qualsiasi situazione o scelta non muovendosi dal luogo dove si è.
Le aziende che investono nel mondo virtuale e che hanno come obiettivo l’espansione del proprio brand e la vendita dei propri servizi o prodotti per acquisire nuovi potenziali clienti “virtuali” devono conoscere tutte le soluzioni adottabili comprendendone la potenzialità.
Da tempo non è più così difficile ripensare gli eventi o gli acquisti in ottica a distanza e la pandemia su questo è stata un booster.
Ad esempio, gli eventi business nel metaverso cominciano ad essere e saranno sempre più integrati in una strategia di business che abbatterà quei “limiti” dettati dai fattori che caratterizzano la fisicità dell’evento, nel virtuale chiunque da ogni parte del mondo se interessato potrà partecipare.
In questi eventi come oggi, si potranno fare presentazioni, fare marketing ed attività di vendita direttamente durante gli incontri. Si potranno scambiare contatti o rispondere a domande attraverso una chat dedicata, scambiare brochure o documenti e riporli in un proprio wallet digitale.
Un recente esempio è stato una fiera sull’ ecosostenibilità, GECO Expo, creata sulla piattaforma Hypersmarter dove espositori e visitatori, hanno avuto la possibilità di interagire creando il proprio alter ego, hanno potuto visitare stand e partecipare a eventi a tema.
La presenza e partecipazione nel mondo parallelo permetterà di generare contestualmente dati e connessioni che potranno essere utilizzati per creare database e favorire relazioni con i nuovi lead.
Anche le esperienze d’acquisto si stanno evolvendo nel metaverso con una gestione del cliente nuova, connessa ed innovativa, grazie alla quale possono essere create vetrine e negozi online; all’interno di queste vetrine si potrà percorrere tutto il processo E2E di acquisto: dalle informazioni e interazioni con assistenti tramite chat o videochiamate, vedere e provare i prodotti fino ad acquistarli tramite e-commerce.
Un recente caso di negozio virtuale è di un noto brand che durante la Milano Fashion Week ha creato un’esperienza omnicanale abilitando un negozio fisico anche ad un’esperienza virtuale.
Questo progetto ha abbattuto la barriera che separa i canali off line e i canali on line creando un’esperienza immersiva che fonde in una location le caratteristiche del fisico con le potenzialità esperienziali del virtuale.
Anche H&M è sbarcata nel virtuale aprendo il suo negozio nella Ceek City, in questa piattaforma è ricreata la stessa esperienza che un cliente vive nel negozio; ci sono manichini, cartellini, sconti e casse dove poter pagare con moneta “locale virtuale”; vengono venduti sia oggetti digitali acquistabili direttamente che vestiti reali che possono essere ordinati e poi ritirati.
Un altro esempio di Industry che pone nel digitale molta della propria strategia è quella del lusso; il tasso di crescita nei canali on-line è costante ed importante registrando un +22% tra il 2019 e il 2021 con una stima ancora in crescita per il prossimo triennio.
Le generazioni che trainano questa crescita sono sempre più i millennials e la generazione Z che ne saranno attori anche nel futuro.
In questo trend il metaverso si potrà collocare perfettamente andando a migliorare l’esperienza cliente rendendo l’e-commerce immersivo; secondo una stima di Morgan Stanley il metaverso coprirà il 10% del valore dell’intero mercato del lusso entro il 2030 con una cifra di circa 56 miliardi di dollari. Come driver di questo valore economico ci saranno anche i prodotti di sola natura virtuale che saranno destinati a personalizzare i propri avatar.
Quello che è certo, come in ogni cambiamento, è che l’adozione ed accettazione dovrà avvenire attraverso un processo di adoption graduale per abituare gli utenti a vivere e a credere nell’esperienza virtuale.
Ma il cambiamento non passa solo dalle persone anche la tecnologia deve fare dei passi in avanti, per supportare la massima esperienza immersiva occorre sviluppare hardware che abilitino la realtà virtuale, software che rendano possibili e sviluppabili i prodotti ed ambienti, data center per poter gestire importanti mole di dati, reti di banda larga per poter ridurre al massimo la latenza.
Il metaverso si collocherà in parallelo con la vita e la strategia “reale” e non la sostituirà, il fisico e il virtuale coesisteranno e si porranno l’obiettivo di raggiungere i clienti e le persone passando da un ambiente ad un altro in maniera facile e continuativa.
La generazione Z, oramai presente nel mercato del lavoro, sembrerebbe essere la più pronta a convivere con questa virtualità, da una ricerca commissionata da Razorfish e Vice Media Group il 57% degli intervistati si sentirebbe più a suo agio e libero nel mondo virtuale e il 52% vorrebbe costruirsi una vita lavorativa nel metaverso.
Le statistiche e trend tecnologici di mercato ci stanno mandando un messaggio che non possiamo trascurare; in una nota Morgan Stanley afferma che: “il metaverso potrà cambiare radicalmente il modo ed il mezzo attraverso il quale socializziamo con gli altri” ma come abbiamo evidenziato anche il business cambierà e sarà parte di questo cambiamento, quindi per non perdere opportunità bisognerà valutare in maniera rapida il momento giusto per trasformarsi e dotarsi di persone capaci di immaginare scenari, con skills idonee a sviluppare ed implementare tecnologia ed in ultimo saper utilizzare e sfruttare le soluzioni innovative che il mercato offrirà.
Pensando ad un futuro remoto ancora non sappiamo fin dove realmente si spingerà e che livello di adozione avrà questa virtualizzazione; ciò che è certo è che le aziende di ogni settore sono chiamate nuovamente ad analizzarsi, a trasformarsi e a sviluppare strategie per sfruttare al massimo le opportunità che questa nuova fase di trasformazione digitale potrà generare.
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